IN YOUR SKIN
ANNA
Anna attraversa un ponte; dall’altro capo s’avvicina un uomo. Sotto al
ponte sprofonda un abisso oscuro ma i due non ci badano; gli occhi negli
occhi, si sorridono.
Non è il primo ponte che attraversa; e non è il primo uomo a cui
s’avvicina, Anna. Nel mezzo di ogni ponte, si è sempre trovata davanti a
uomini che le rimandavano la sua stessa immagine: come specchi. Così,
ogni volta, era rimasta ad ammirarsi nei suoi compagni per un po’. Ed ogni
volta, a un tratto, s’era stancata di essere sola con se stessa. Ed era
tornata indietro.
Ora, arrivata nel mezzo del ponte, Anna si specchia nell’uomo che ha
davanti. E di nuovo, all’inizio, la donna si sorprende della somiglianza tra
sé e l’altro.
Ma, stavolta, dopo non molto, nota che il riflesso nello specchio non le
corrisponde perfettamente.
Allora s’avvicina e guarda meglio; solo che così facendo l’immagine le
appare ancora più distorta. Sa che quella che ha davanti non può che
essere lei; eppure, al tempo stesso, è una donna che non conosce.
Rabbiosa, Anna si scaglia contro lo specchio, ma, invece di romperlo,
gli passa attraverso.
Accecata da un buio improvviso, lo stomaco stretto da una sensazione
di vuoto, la donna precipita nell’abisso oscuro sotto al ponte. Istintivamente
chiude gli occhi e, per un istante, torna a vedere e a poggiare saldamente i
piedi. Riapre gli occhi, e torna a precipitare nell’oscurità. Li serra di nuovo
e, finalmente, vede.
Vede che la sconosciuta nello specchio è lei stessa.
Cogli occhi ancora chiusi, quindi, si stende e guarda in su: la
sconosciuta è in piedi ai suoi piedi; alle spalle di quella, un sole nascente.
Poi Anna guarda in basso e s’accorge che i suoi piedi sono fatti d’ombra, e
s’infilano sotto a quelli dell’altra.
E di colpo capisce.
Capisce di essere lei l’ombra della vera Anna.
E nell’istante in cui lo capisce, si ritrova oltre lo specchio, sull’altro lato
del ponte.
È notte e l’uomo non c’è più.
Eppure, forse per la prima volta in vita sua, Anna sente di non essere
più sola.
testo A.S.